Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla produzione di nettare (e sulle api)
Come ti dicevo, i cambiamenti climatici influenzano negativamente gli equilibri e le interazioni presenti in natura, tra cui anche la produzione di nettare da parte delle piante.
In particolare, gli effetti sulla produzione di nettare si dividono in due macrocategorie: effetti indiretti ed effetti diretti.
1) Effetti indiretti:
Gli effetti indiretti dei cambiamenti climatici sulla produzione di nettare riguardano principalmente la modifica della fenologia delle piante, e la modifica del processo di fotosintesi. Ora ti spiego meglio…
Modifica della fenologia delle piante
La fenologia è la scienza che studia il rapporto tra il clima e lo sviluppo di vita degli organismi animali e vegetali. Si è osservato che
l’innalzamento delle temperature influisce sul calendario delle fioriture, anticipandole di una ventina di giorni circa.
Questo è un problema, perché le fioriture – affinché tutto il sistema funzioni alla perfezione – devono coincidere con la presenza di impollinatori. Invece, purtroppo, non tutti organismi rispondono allo stesso modo ai cambiamenti climatici e si creano di conseguenza delle situazioni di mancata corrispondenza tra la presenza di nettare-polline e quella degli impollinatori.
Altro effetto evidente dei cambiamenti climatici è che alcuni alberi da frutto fanno fioriture anomale in inverno. Si tratta di fioriture tardive che alla pianta non servono e che, non solo non portano alla produzione dei semi, ma fanno consumare le riserve di energia per la produzione di fiori e nettare primaverili. Questo porta a meno fiori, meno nettare e meno cibo per le api in primavera.
L’aumento della temperatura in primavera-estate, inoltre, determina anche una contrazione del periodo di fioritura: in pratica si accorcia la durata di vita dei singoli fiori. Anche qui, meno nettare per fiore e quindi meno risorse alimentari per le api.
Modifiche nel processo di fotosintesi
Le piante producono il nettare grazie alla fotosintesi.
Per fare la fotosintesi, le piante utilizzano due ingredienti: l’acqua, prelevata dal terreno, e l’anidride carbonica (la famosa CO2) che prendono dall’aria in quantità inimmaginabile.
Ci fanno quindi anche un grande favore questi vegetali, perché assorbono l’inquinamento atmosferico! Ma non solo per questo…
Durante la fotosintesi le piante emettono l’ossigeno (sì quello che noi respiriamo), che per loro è un prodotto di scarto della fotosintesi.
La fotosintesi, però, richiede un intervallo di temperature ottimali che, per le piante dell’area mediterranea, è tra i 25 e i 30 gradi. Se la temperatura aumenta, la pianta si trova in difficoltà, la fotosintesi diminuisce e, di conseguenza, anche la disponibilità di zuccheri per fare il nettare.
2) Effetti diretti:
Oltre agli effetti indiretti sulla produzione di nettare da parte delle piante di cui ti ho appena parlato, ci sono anche degli effetti diretti. Vediamoli insieme:
Quantità di nettare prodotta
Come ti ho appena spiegato, il nettare è composto principalmente da acqua e zucchero. In aggiunta e in minor percentuale, il nettare contiene anche amminoacidi, proteine, sali minerali, vitamine e metaboliti secondari (sostanze diverse che le piante utilizzano per difendersi da situazioni di stress – tra cui i cambiamenti climatici – e che possono avere effetto anche sulle api).
Quando sottoposto a caldo eccessivo, dal nettare inizia ad evaporare l’acqua. Questo si traduce in una maggiore concentrazione di soluti, in particolare, di zuccheri. Più alta è la temperatura, più evaporazione c’è e maggiore è la concentrazione di zucchero.
Detta così potrebbe sembrare una bella cosa per le nostre piccole api, ma di fatto non lo è. Per nulla. Il problema, infatti, è che la concentrazione di zucchero influisce sulla viscosità del nettare.
L’ape raccoglie il nettare con il suo apparato boccale specializzato e provvisto di una sorta di cannuccia stretta che utilizza per succhiare (suggere). La viscosità in questa fase è molto importante e quella ottimale è di 35-40% di zucchero. Se la concentrazione di zucchero sale a 70-80%, l’ape ha difficoltà nel succhiare il nettare. Sì, può aiutarsi con della saliva per diluirlo un pochino, ma diventa un lavoro davvero difficile per l’ape e sicuramente anche più lungo (più tempo impiega, meno nettare raccoglie).
Qualità di nettare prodotto
In uno studio del 2013, pubblicato sulla rivista inglese “Science”, un gruppo di ricercatori ha scoperto che nel nettare dell’arancio sono contenute tracce di caffeina (solitamente, a grandi dosi, la caffeina è usata per allontanare gli insetti).
In questo caso, e con questi livelli di concentrazione, la caffeina non solo è attrattiva le api (gli piace insomma!) ma è stato dimostrato che stimola anche le capacità di memoria dell’ape.
Ma sei esponiamo il nettare a temperature troppo alte e l’acqua evapora, causando una concentrazione di sostanze tra cui la caffeina, cosa succede?
Le api non andranno più sui fiori d’arancio perché a dosi elevate e concentrate questa sostanza diventa un deterrente.
Conclusioni
Cosa si deduce da tutto quello che ti ho raccontato oggi? Si deduce, e lo confermano gli scienziati, che i cambiamenti climatici in atto stanno mettendo a serio rischio le risorse delle api (e non solo). Ci saranno effetti importanti anche sul polline, tra cui l’impoverimento delle proprietà nutritive di questa sostanza, importante fonte di proteine per le api (lo utilizzano per nutrire le piccole larve).
Il prof. Nesi ci ha dato una speranza affermando che “Le api in questo scenario sono molto stressate, ma se la dovrebbero cavare perché sono un super organismo che si adatta straordinariamente”. Io ci credo, ma soprattutto me lo auguro. Questo però non basta.
È arrivata l’ora di smettere di stare a guardare, sperando le cose si risolvano da sole. Ci vuole informazione, partecipazione, e buona volontà. Perché il cambiamento parte anche da noi e dalle nostre piccole scelte quotidiane, che devono diventare ogni giorno più sostenibili.